Aktiv- und Vitalhotel Taubers Unterwirt
Velturno
Da 150 anni l’Unterwirt è la locanda di Velturno e da cinque generazioni la nostra famiglia dedica la propria esistenza e le proprie energie al ...
Circondata da impressionanti vette dolomitiche, la cultura ladina è ancora onnipresente in questa valle pittoresca e lo si nota soprattutto nella lingua. Altrettanto particolare è il Gruppo di Fanes, ubicato a est della valle, che riflette in forma rocciosa tanto la cultura ladina, quanto il suo mondo leggendario. Per la precisione è l‘Alpe di Fanes ad aver tramandato alle montagne non solo il nome, bensì anche un passato mistico. In questi luoghi le aquile e le marmotte si trovano particolarmente a loro agio. Gli scialpinisti apprezzano molto l‘inverno sulle vette di Fanes, tutelate all‘interno dell‘area protetta del Parco Naturale Fanes-Senes-Braies.
Il Gruppo di Fanes, situato nelle Dolomiti nord-occidentali, si trova per gran parte in Alto Adige, tuttavia alcune catene montuose nella parte orientale e meridionale fanno parte della provincia di Belluno. Le montagne si trovano ad est della Val Badia. La Val di Rudo costituisce il confine settentrionale con le Dolomiti di Braies, mentre il Gruppo di Fanes confina a sud con Cortina, il Passo Falzarego, il Passo di Valparole e la Val Badia.
Il Gruppo di Fanes entusiasma con un gran numero di vette, tra cui alcune che superano addirittura i tremila metri. Con 3.064 m la Cima Cunturines è la più alta vetta del gruppo montuoso. A nord di essa si staglia l‘impressionante barriera rocciosa della Cima Lavarella. Le due vette vengono separate da una forcella. Da menzionare anche la Cima Dieci, un‘altra vetta molto rinomata del Gruppo di Fanes. Questa vetta deve la sua popolarità ad una peculiare caratteristica: se osservata dal paesino La Valle, il sole, seguendo il suo corso quotidiano, raggiunge il punto più alto della montagna proprio alle ore dieci.
La rinomata saga dei Fanes racconta di un regno che riuscì ad estendere la sua egemonia in seguito all‘aggressiva politica espansionistica del suo sovrano. Per questo i popoli vicini si allearono contro il regno dei Fanes. Durante la battaglia decisiva gli abitanti di Fanes furono sconfitti, perché la eroina guerriera Dolasilla fu derubata delle sue frecce infallibili e ferita con una di esse. Riuscì a salvarsi a malapena fuggendo nel mondo sotterraneo dei Fanes.
Il re, invece, decise di allearsi con i nemici e, a causa di questo tradimento, fu trasformato in una statua di pietra. È ancora visibile in tale forma al Passo di Falzarego.
Tempo di percorrenza: 04:00 h
Distanza: 12,4 km
Dislivello: 620 hm
Grado di difficoltà: facile
L‘itinerario inizia presso il Rifugio Pederü e conduce, lungo il sentiero n. 7, prima in salita e su pietrisco, poi con meno pendenza, fino al Rifugio Lavarella. Sul sentiero n. 12 conduce fino al Lago Parom e sul sentiero n. 11A al Lago Verde. Da lì seguire il sentiero marcato con il n. 12 fino al Rifugio Fanes e poi tornare indietro fino al Rifugio Pederü. Per evitare la parte più ripida è eventualmente possibile prendere la strada forestale, più lunga ma più pianeggiante.
Tempo di percorrenza: 07:00 h
Distanza: 16 km
Dislivello: 1.330 hm
Grado di difficoltà: medio
Il tour inizia a Capanna Alpina (San Cassiano), dove il sentiero si avvia in modo pianeggiante e conduce a destra fino al Plan dal‘Ega, poi l‘itinerario continua sul sentiero n. 11 fino a Col de Locia. Addentrarsi nella valle per poi salire fino al passo Tageda. Da lì girare a sinistra in direzione Lavarella, proseguire fino al crinale e girare a destra su un erto sentiero di pietrisco. Continuare a camminare sulla roccia fino al punto più alto, la Cima Lavarella 3.055 m. Per tornare percorrere in discesa lo stesso itinerario.
Tempo di percorrenza: 08:00 h
Distanza: 19 km
Dislivello: 1.400 hm
Grado di difficoltà: difficile
Il punto di partenza è Pederü. Da lì prendere il sentiero n. 7 fino al Rifugio Lavarella e poi salire lungo il sentiero n. 13 fino al Passo Sant‘Antonio. Da lì la via ferrata fino alla vetta è indicata con dei punti rossi. Richieste un‘attrezzatura adeguata e una buona condizione fisica per superare il dislivello di 1.400 m. Per il ritorno seguire lo stesso percorso all‘incontrario.