Wanderhotel Europa
Siusi allo Sciliar
Vacanza in montagna e hotel benessere sull’Alpe di Siusi -Dolomiti. Il tema escursione nelle Dolomiti - Alto Adige è al primo posto nella filosofia dei ...
Uno dei piaceri della vita è bere un buon bicchiere di Schiava in compagnia di amici. A molti questo vino è noto come Lago di Caldaro, Colli di Merano oppure Santa Maddalena. Chiamato anticamente Farnatzer o Vernetzer - da cui il suo nome tedesco attuale Vernatsch - questo vitigno autoctono vanta tracce documentali che risalgono al tardo Medioevo. Dal XV secolo è sempre stato il vitigno di riferimento nella viticoltura dell‘Alto Adige, e le varietà Groß-, Mitter-, Tschaggele-, Kugele-, Grau-, Kleinvernatsch sono una costante nei vitigni dei contadini in Alto Adige. Intorno al 1950 i viticoltori iniziarono a coltivare la Schiava Grossa e/o la Schiava Gentile, varietà che ebbe un enorme successo come uva da tavola nella zona del Meranese. Oggi dalla Schiava si ottengono vini leggeri molto apprezzati per la loro freschezza e il gusto fruttato.
La Schiava è un vino dal sapore gradevolmente tenue e fruttato, da cui traspare spesso un leggero sentore di mandorle. Profuma di violette, ciliegie e ribes, ed è molto amato in Alto Adige: viene servito durante il tradizionale “Törggelen”, bevuto al bar con gli amici, e si accompagna benissimo alle specialità dell‘Alto Adige. Dalla Schiava si ottengono vini leggeri, a basso contenuto tanninico e alcolico, con diverse individualità e tipicità. Il Santa Maddalena, ad esempio, coltivato sulle soleggiate colline nei pressi di Bolzano, spicca per le sue doti di pienezza, mentre il Lago di Caldaro è più morbido al palato. Il Colli di Merano è invece più speziato. Il vino proveniente dalla Val Venosta è infine più fruttato. Con un colore che va dal rubino chiaro al rubino intenso, viene gustato giovane, preferibilmente entro tre anni dalla vendemmia.
La Schiava si abbina a quasi tutti i piatti. Si sposa in modo eccellente con le specialità della cucina dell‘Alto Adige, speck, carne affumicata, caldarroste, formaggi e piatti della cucina casareccia. La sua versatilità è tale che può essere abbinata tranquillamente anche a specialità leggere e mediterranee come i ravioli al basilico con pomodorini e timo limone. In base alla pietanza e alla stagione dell’anno, il vino si esprime al massimo servito ad una temperatura di servizio compresa tra i 12°-14 °. Grazie al suo basso tasso alcolico, il vino è molto bevibile e viene gustato senza impegno con il “Schüttelbrot” (schiacciatina di pane), oppure con pane nero, burro fresco ed erba cipollina.